La storia

HALL OF FAME

La HALL OF FAME dei giocatori che hanno fatto grande la nostra Società, in ordine di anni di attività, dai più vecchi ai più giovani. In questa lista mancano i tre Campioni del Mondo, che hanno una sezione loro dedicata a parte.

Goffredo Sensini, prima gloria biancorossa

Goffredo Sensini

Goffredo Sensini (Dedo per gli amici), Capitano dei pattinatori grossetani, è stata un’ importante figura nel panorama sportivo grossetano degli anni ‘50/60: iniziò correndo in moto e giocando a calcio ma ben presto passò allo sci alpino sulle piste dell’Amiata; i grossetani dei lontani anni ’50 ricordano le gite domenicali sul Monte Amiata, con il pullman della RAMA e con Dedo infaticabile organizzatore e grande sciatore.

Anche se non è stato un giocatore, ha solo praticato la corsa su strada per la nostra società, lo inseriamo di diritto nella Hall of fame dei giocatori biancorossi per la grande importanza che ebbe, come uomo e come atleta, nei prmi anni di vita del Circolo Pattinatori.

Dopo lo sci alpino, o meglio in contemporanea, visto che il pattinaggio si praticava solo in estate, Dedo si dedicò al pattinaggio su strada e  fu uno dei fondatori del Circolo Pattinatori  ed il vincitore di numerose gare  a livello locale, provinciale e regionale.

La permanenza di Dedo nel mondo del pattinaggio fu intensa ma breve, infatti la sua innata passione per il mare lo indirizzò verso le attività subacquee dove partecipò alla fondazione del Club Subacqueo Grossetano.
La passione di Dedo per il mare fu poi ereditata dalla figlia Alessandra, divenuta  Campionessa Olimpica  di Surf  nel 2000, che è la gelosa custode dei cimeli sportivi del padre, venuto a mancare agli inizi  del 2010.

Roberto Guerrini classe 1938

Come atleta, Roberto è passato con incredibile facilità attraverso il calcio (ha giocato nel Grosseto di Capitan Pucci e nel Castiglione della Pescaia dei fratelli Armellini), l’atletica ( ha militato nell’atletica Grossetana dei tempi del Bambi), lo sci (ha partecipato a molti Criterium Europei Interbancari cimentandosi nelle gare di Fondo e Slalom Gigante)e il Golf (gioca  handicap 18).

Ma sono il Pattinaggio su strada e l‘hockey su Pista, gli sport che gli sono riusciti meglio e nei quali si è aggiudicato un Titolo Italiano assoluto di corsa su strada nel 1957, stabilito il record sulla velocità  mt. 300 , un record rimasto a lungo imbattuto ed un titolo Italiano ENAL nella stessa gara. Nell’hockey  è stato a lungo Capitano e Allenatore (spesso anche contemporaneamente) della squadra del Circolo Pattinatori Grosseto, ma soprattutto è stato il vero e prorpio artefice e creatore del grande settore giovanile biancorosso degli anni 70. Con il suo caraattere affabile e aperto ci sapeva fare con i bambini, che lo adoravano, e fu un incredibile reclutatore di ragazzi, che prendeva letteralmente dalla strada per avviarli alla disciplina dell’Hockey su pista. Fu anche un grande maestro di hockey e pattinaggio, e dalle sue cure uscirono fior di campioni.

Roberto Guerrini ha lavorato nel settore finanziario in molti Paesi (Londra, Singapore, Sidney, Ginevra, Dublino), ha ottenuto riconoscimenti e onorificenze (Cavaliere della Repubblica Italiana, Freedom of City of London dalla Città di Londra, Paul Harris Fellow dal Rotary International), è Fondatore del Business Club Italia a Londra, del quale è oggi Presidente Onorario, ha scritto trattati sul Mercato Finanziario Internazionale, libri di Racconti e Poesie ed è Vice Presidente del Circolo Culturale IPLAC – Insieme per la Cultura di Venezia.

Oggi Roberto è tornato nella sua Grosseto per tentare di ripetere, in compagnia dei vari Colombini, Bonucci, Biancucci, Parisotto, Citerni, Scarpelli, Miserocchi, Ulmi, Grotti, e molti altri, il miracolo hockeystico degli anni sessanta.

Amarcord

Roberto Guerrini, giocatore, capitano, allenatore, primo maestro dei giovani pattinatori biancorossi

Marco Mariotti, da giocatore a Presidente, lui è “il” Circolo Pattinatori Grosseto

Marco Mariotti classe 1940

Marco Mariotti ha percorso la storia del Circolo Pattinatori Grosseto da poco dopo la sua fondazione (nella prima metà degli anni‘50) alla sua conclusione quando, lasciato ormai solo a gestire una barca alla deriva e con tutti i migliori atleti del vivaio che avevano ragionevolmente scelto di migrare versi lidi più sicuri e più remunerativi, non aveva più mezzi né possibilità per andare avanti.
Marco ha ricoperto tutti i ruoli nel Circolo Pattinatori Grosseto; ha cominciato come atleta, ha continuato come allenatore, poi Consigliere e infine Presidente: un personaggio unico e inimitabile.
Come atleta è passato con ecletticità sorprendente dall’atletica,  alle  corse su strada e al gioco dell’hockey.
Marco ha vinto sia nelle corse su strada che nell’hockey,  ma ha vinto soprattutto come allenatore, contribuendo a creare un gruppo di Campioni, fra cui i figli Massimo ed Enrico, che hanno raggiunto le cime più alte dell’Hockey Mondiale.
Nell’avventura hockeystica la sola persona che gli è stata sempre vicina era ed è la moglie Gina che, quando lui è rimasto solo a gestire la Società, ha ricoperto vari incarichi in seno al Consiglio del Circolo  dal 1983 in poi.
Marco, un atleta dal fisico possente e dal carattere mite, rappresenta   un punto di riferimento dell’hockey grossetano, una leggenda che continua da  oltre 50 anni e che continuerà ancora per molto tempo, tramite Massimo ed Enrico Mariotti.

Amarcord

Pierluigi Bonucci classe 1949

Pierluigi Bonucci, classe 1949, per tutti e da sempre: “il Capitano”. Fu uno dei primi veri giocatori moderni del Circolo Pattinatori Grosseto. Giocò sia in attacco che in difesa, supportato da un pattinaggio elegante e da una buona tecnica individuale. Fu uno dei primi  interpreti del ruolo di “centro”, non aveva un tiro battuto particolarmente incisivo, per contro aveva un tiro accompagnato veramente micidiale. Per la serietà e l’impegno è stato  una vera e propria bandiera del sodalizio biancorosso, presente in quasi tutte le formazioni, sia  giovanili che della prima squadra, dagli anni sessanta fino al 1980- ‘81, quando attaccò i pattini al chiodo.  Fu uno dei grandi artefici della straordinaria stagione del 1975, con il terzo posto assoluto in serie A. La serietà e la costanza con la quale si allenava, le innate doti di leader  e un bagaglio tecnico di grande spessore avrebbero potuto consentirgli una carriera ben più fulgida ma visse gli anni d’oro della sua gioventù in un periodo in cui  l’hockey era ancora a un livello pionieristico e restò sempre nella Società con la quale era cresciuto, togliendosi la soddisfazione di portarla in serie  A e trascinarla al fantastico risultato del 1975.
Collaborò,  fin da giovane, con i vari allenatori dei settori giovanili e più volte è stato in panchina nelle partite dei ragazzi.  Smise abbastanza presto l’attività di giocatore ed ebbe vari incarichi dirigenziali. Come tanti si è allontanato per un po’ di tempo dal mondo dell’hockey, mondo che però non ha mai smesso di  sentire vicino, tanto che alla ricostituzione del Circolo Pattinatori Grosseto, nel 2008, ne è divenuto  Vice Presidente.

Amarcord

Pier Luigi Bonucci, “il Capitano”

Bruno Parisotto, sfortunato giocatore di talento

Bruno Parisotto classe 1951

Bruno Parisotto fu uno dei grandi talenti “mancati” della storia del Circolo Pattinatori Grosseto.  Questo giocatore, a differenza di altri, che non riuscirono a emergere per limiti propri o per problemi di carattere, fu vittima solo della sfortuna.  Fu, insieme a Pierluigi Bonucci, uno dei primissimi “ragazzi” del settore giovanile del Circolo, con il quale condivide la data di nascita, il 1951.
Bruno era un giocatore elegante e potente allo stesso tempo, difensore arcigno  che non disdegnava  spingersi in zona gol ed era destinato a essere uno dei punti di forza della grande squadra che negli anni settanta ottenne i migliori risultati di sempre nel campionato di serie A, quando a soli ventitré anni un grave infortunio (non avvenuto tra l’altro nella pista di hockey),  gli pregiudicò in maniera definitiva la carriera. Menisco e crociato del ginocchio destro: fu il terribile responso dei medici. Oggi con infortuni del genere si torna in campo dopo pochi mesi ma  erano altri tempi e Bruno non si riprese mai completamente. Fu operato a Firenze e perse in pratica due stagioni sportive. Agli inizi della terza, durante il riscaldamento della prima amichevole dell’anno, forse a causa della paura di farsi nuovamente male al ginocchio destro, si procurò la distorsione a quello sinistro.  Fu la  fine della carriera. Giocò  ancora ma non riuscì più ad essere il giocatore che sarebbe sicuramente stato.

Amarcord

Giancarlo Fantozzi classe 1954

Giancarlo Fantozzi è stato uno dei più grandi giocatori usciti dal vivaio del Circolo Pattinatori Grosseto. Ragazzo un po’ scapestrato nella primissima gioventù, fu preso a cuore dai giocatori e dai tecnici del Circolo, che lo sostennero e furono ripagati con le magie in pista, che gli valsero prima un contratto a Lodi e poi  la maglia della Nazionale maggiore. Difensore con il vizio del gol, dotato di un tiro fulminante e di un pattinaggio ubriacante, fu il primo grossetano a vincere uno scudetto tricolore, con la maglia del Lodi, nel 1981.
Classe 1954, ha fatto una grande carriera anche in azzurro, disputando Mondiali ed Europei. Agli inizi degli anni ottanta era uno dei migliori giocatori italiani nel suo ruolo e riuscì a togliersi notevoli soddisfazioni, fino a che il ritorno, forse un po’ affrettato in Maremma, con la maglia del Castiglione,  segnò il declino definitivo della sua carriera, che comunque rimane  quella di un grande campione di questo sport.

Amarcord

Giancarlo Fantozzi, uno dei più grandi giocatori usciti dal vivaio del Circolo

Emilio Artini, genio e sregolatezza

Emilio Artini classe 1954

Emilio Artini, classe 1954, resta probabilmente , dal punto di vista puramente tecnico, il più grande talento espresso dalla Società biancorossa.
Nessuno era abile come lui nel dribbling stretto o nel tiro da posizione impossibile. Faceva letteralmente impazzire i difensori avversari con i suoi giochi funambolici ed era praticamente impossibile da fermare.
La sua mancanza di continuità e forse l’incapacità di assoggettarsi alle rigide discipline della “vita da atleta”, non gli hanno consentito di avere una grande carriera anche in azzurro e probabilmente di diventare uno dei più forti giocatori italiani.
Fu acquistato dal Lodi, insieme a Giancarlo Fantozzi:  i Dirigenti lombardi stravedevano  per lui  ma la sua storia in quella Squadra terminò molto presto.
Disputò diverse grandi annate con la maglia del Follonica e con quella maglia si tolse la soddisfazione di vincere la Coppa Italia nel 1978 , primo grossetano ad alzare un trofeo nazionale.

Alberto Colombini classe 1954

“Come studente sei un grande giocatore e come giocatore sei un grande studente”! In questa frase scherzosa, del Presidente Gianni Marini, c’è tutto quello che è stato Alberto Colombini, classe 1954, per l’ hockey grossetano: un giocatore-studente o uno studente-giocatore, che ha sempre cercato di coniugare le due cose. Si ricordano di Alberto le trasferte con i libri di medicina  ma anche le rinunce sofferte, come quella alla Nazionale Juniores.

La sua è la storia di un buon giocatore, difensore dall’allungo eccezionale, buon senso della posizione, rapido di riflessi, e di apprezzabile tecnica individuale.

La sua è anche la storia di un atleta che si allenava  seriamente e che troppo presto ha dovuto smettere con lo sport che amava, perchè a 24 anni ha capito che non era  possibile essere giocatore-studente e studente-giocatore. Si imponeva una scelta e senza indugio Alberto scelse la medicina.

La sua è  una storia di  nostalgia che lo ha portato, una volta laureatosi e specializzatosi, a impugnare di nuovo la stecca, per giocare con molti dei compagni di un tempo, nella categoria Veterani e a partecipare a tornei in  vari paesi  d’ Europa ed è con lo stesso spirito che Alberto ha accettato  la carica di Presidente del “rinato” C.P Grosseto.

Amarcord

Alberto Colombini, difensore roccioso ma con classe; attuale Presidente del Circolo

Alessandro Ricci, portiere dalle straordinarie doti atletiche

Alessandro Ricci classe 1959

Alessandro Ricci fu il primo di una lunga serie di grandi portieri biancorossi. Classe 1959esplose giovanissimo: a 16 anni era titolare in serie A, dove difese, in varie occasioni, la porta grossetana nello straordinario campionato del 1975. Era un portiere spettacolare, che amava “aggredire” la palla con salti e spostamenti rapidissimi, aiutato in questo dalle sue eccellenti doti fisiche.
Partì giovanissimo per Forte dei Marmi, dove fece  fare in più occasioni, il secondo ad  Alessandro Cupisti, il più grande portiere italiano di tutti i tempi, suo coetaneo. Poi la Nazionale e le maglie di Lodi e Novara dove, insieme all’altro grossetano Massimo Mariotti, nel 1984-85 vinse scudettoCoppa Italia e Coppa Cers.
Chiuse la  carriera abbastanza presto, probabilmente a causa della sua tecnica  dispendiosa dal punto di vista atletico, che  non gli consentì di restare a lungo ad alto livello.

Raffaele Biancucci classe 1965

Raffaele Biancucci, classe 1965, è stato dopo i grandissimi campioni uno dei migliori prodotti del vivaio del Circolo Pattinatori Grosseto. Non particolarmente dotato tecnicamente, sopperiva con una straordinaria tenacia ed un innato fiuto del gol che lo portarono ad essere un ottimo realizzatore in tutte le squadre dove ha militato.
Ha fatto parte del gruppo che riuscì a vincere il titolo italiano in tutte le categorie giovanili.
Quando Giuliano Poccetti lo portò, appena quattordicenne, a giocare in  prima squadra,  i “grandi” lo sottovalutarono perché con il fisico esile e il pattinaggio, all’apparenza incerto, non sembrava essere particolarmente pericoloso. Le prime volte che “il ragazzino” rubò loro palla o segnò un gol, che sembrava “impossibile”, pensarono che si trattasse di pura fortuna, poi capirono  che quel ragazzo che pareva sempre fosse sul punto di cadere, ci sapeva fare davvero. Lo soprannominarono “Piovra” e conquistò  la considerazione di tutti. Da allora cominciò una carriera che lo portò prima a ritagliarsi un posto di rilievo nella  squadra del Circolo, che riconquistò la serie A2 e sfiorò per due volte la promozione in A1,  poi a giocare nella massima serie, purtroppo fuori da Grosseto, con diverse società prestigiose, come Novara, Pordenone, Goriziana, Castiglione della Pescaia. Ebbe la soddisfazione di giocarsi per due volte la semifinale scudetto, con il Novara e con il grande Castiglione di Cupisti, Martinazzo, Zabalia e di vincere la Coppa Cers nel 1991 con la maglia dell’Hockey Novara. Fu convocato nel 1984 da Gianni Massari nella Nazionale Juniores. Ha sempre avuto la passione di insegnare ai bambini e lo ha fatto anche nelle società dove ha militato ed è per questo che oggi ha il ruolo di Responsabile e Coordinatore degli Allenatori del settore giovanile, oltre a quello di allenatore del nuovo Circolo Pattinatori Grosseto.

Amarcord

Raffaele Biancucci, punta tutto cuore e senso del gol, attuale maestro dei giovani biancorossi

Stefano Saccocci, ultimo grande portiere biancorosso, uno dei più grandi di sempre

Stefano Saccocci classe 1968

Stefano Saccocci, classe 1968, è stato senza ombra di dubbio il più forte portiere uscito dal vivaio  del Circolo Pattinatori Grosseto e uno dei più forti italiani di tutti i tempi.
Figlio d’arte, il padre Piero fu portiere biancorosso negli anni sessanta, è cresciuto a “pane ed hockey”, essendo anche cugino di Enrico e Massimo Mariotti. Fin da piccolo è sempre stato con la stecca in mano, insieme ai suoi cugini e fin da piccolo scelse la porta, ovvero quella strana posizione che attira come il miele tutti i bambini che si avvicinano all’hockey.
Mostrò subito grandi qualità, il senso della posizione e bruciò tutte le tappe: a quindici anni era già il portire titolare del Circolo Pattinatori che quell’anno dominò il campionato di serie B, conquistando la serie A2.
Le sue doti vennero notate e giovanissimo spiccò il volo verso le grandi squadre dell’hockey italiano:  Vercelli, Bassano, Prato e Seregno, dove insieme ai cugini Enrico e Massimo vinse praticamente tutto.  
Naturalmente ha vestito innumerevoli volte la maglia azzurra, con la quale ha disputato un Mondiale ed un Europeo nel 1991 e nel 1992.
Ha giocato fino a tarda età e sempre ad un ottimo livello, quando decise di smettere, lo fece definitivamente, uscendo dal mondo dell’hockey.

I nostri campioni in Azzurro

Insieme a quelli citati qua sopra sono  cresciuti  e si sono  affermati, in periodi diversi ed in contesti diversi, numerosi altri atleti cresciuti nel vivaio dopo il 1966, dei quali ci piace ricordare quelli che hanno fatto parte, nelle diverse categorie e con diverse fortune, della Squadra Nazionale di Hockey. Questi “ragazzi” sono l’orgoglio della nostra società, e ci auguriamo che tantissimi tra i nuovi bambini del Circolo seguano le loro orme; ma quello che più conta è che insieme a loro altre centinaia di bambini hanno giocato, si sono divertiti, hanno fatto una sana attività fisca e sono cresciuti come sportivi e come uomini, ed è quello che potranno fare certamente anche i nostri nuovi “ragazzi”. 

Ecco tutti i ragazzi del Circolo che hanno indossato in modi, tempi e categorie diverse la maglia azzurra, in rigoroso ordine di nascita:

Bruno Parisotto (1951)
Emilio Artini
(1954)
Alberto Colombini
(1954)
Giancarlo Fantozzi
(1954)
Alessandro Ricci
(1959)
Angelo Giomi
(1964)
Massimo Mariotti
(1964)
Franco Scarpelli
(1964)
Raffaele Biancucci
(1965)
Stefano Giomi
(1967)
Stefano Saccocci
(1968)
Enrico Mariotti
(1969)
Franco Polverini
(1973)
Riccardo Bruzzi
(1975)

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